Mi manca "Sei dove sussulta il cuore". Mi mancano i giorni in cui ancora non sapevo che titolo avrebbe avuto, i giorni in cui non era ancora concluso. Mi manca alzarmi con la voglia sfrenata di buttarmi a capofitto fra le sue pagine e non sapere che cosa sarebbe successo di preciso ai miei personaggi, quel giorno. Mi manca scrivere, tradurre in parole le idee e i pensieri, creare i dialoghi, descrivere i luoghi e i sentimenti. Mi manca dar voce ai personaggi, farli innamorare, piangere e sentire appagati. Mi manca giocare con i futuri lettori, creando situazioni di suspense o sorprese inattese.
Ho pubblicato da pochi giorni e già vorrei ricominciare a scrivere come un'ossessa! Una nuova storia, dei nuovi personaggi, una nuova ambientazione. Almeno prima che gli impegni di lavoro mi travolgano fino a non farmi respirare, perché è allora, poi, che la possibilità di scrivere mi abbandona. Il lavoro mi assorbe in toto e non mi lascia spazio per la stesura di romanzi. Posso scrivere dei post sul blog, dei racconti brevi che si possono concludere nel giro di una giornata, questo sì e senza problemi, ma non romanzi lunghi che ti impegnano per settimane. Per i romanzi lunghi ho bisogno di non avere altro per la testa e di non avere impegni di nessuna natura. Quando scrivo un libro dobbiamo essere solo io e lui, a tu per tu, senza terzi che mi distolgano l'attenzione dalle sue pagine. Quando scrivo un libro voglio che quello sia il mio unico obiettivo. Un libro mi prende a tal punto da alienarmi dal mondo e dalla vita. Perché quando scrivo io non esisto più, se non in funzione della storia che sto creando. Nei giorni della scrittura la mia fantasia e la mia mente prendono le ali e volano lontanissimo, sino a diventare un punto irraggiungibile al di là dell'orizzonte.
Simona
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